PREMESSA
Ufficializzata dal Concilio Lateranense 1215 e Concilio di Tolosa 1229 sulla scorta della guerra (secolo XII) contro i Catari e i Valdesi
Papa Innocenzo VIII il 5 dicembre 1484 emanò la bolla “Summis desiderantes affectibus” con la quale elencava dettagliatamente quello che combinavano le streghe: «uccidono il bambino nel ventre della madre, così come i feti delle mandrie e dei greggi, tolgono la fertilità ai campi, mandano a male l’uva delle vigne e la frutta degli alberi; stregano gli uomini, donne, animali da tiro, mandrie, greggi ed altri animali domestici; fanno soffrire, soffocare e morire le vigne, piantagioni di frutta, prati, pascoli, biada, grano e altri cereali; inoltre perseguitano e torturano uomini e donne attraverso spaventose e terribili sofferenze e dolorose malattie interne ed esterne; e impediscono a quegli uomini di procreare, e alle donne di concepire…».
All’inizio del sec. XVI gli inquisitori di Germania, Francia e Italia intrapresero una violenta campagna di persecuzione verso la setta delle streghe con la completa approvazione del Vaticano grazie alle circolari papali emesse da Alessandro VI, Giulio II, Leone X e Adriano IV.
Nel 1501 papa Alessandro VI scrive all’inquisitore della Lombardia Angelo da Verona raccomandandogli di procedere più duramente contro le tante streghe della zona che rovinano le persone, gli animali ed i raccolti.
Il senato di Venezia protestò verso l’Inquisizione che aveva bruciato vive 70 streghe in Valcamonica e di sospettare che altre 5.000 facessero parte della setta satanica… ma papa Leone X nel 1521 scrisse una bolla violenta nella quale autorizzava gli inquisitori a scomunicare le autorità civili che dovessero opporsi ai roghi delle streghe condannate dal Santo Ufficio. In soli 10 anni vennero bruciate vive 3.000 «streghe».
Dudum uti nobis Papa Adriano VI 1523 (estratto) Adriano vescovo, servo dei servi di Dio, all’inquisitore di Como . O diletto figlio, salute ed apostolica benedizione. 1. Or non è molto, come ci hai informato, dell’eretica pravità nella città di Cremona, che in alcune parti della Lombardia …omissis….furono trovate numerose persone di ambo i sessi che avevano formato una setta , rinnegato la fede abbracciata con il sacro battesimo, calpestato la santa croce con i piedi e perpetrato su di essa atti ignominiosi.
Avevano poi abusato dei sacramenti e soprattutto dell’Eucarestia , eletto il diavolo come loro signore e protettore, prestandogli obbedienza e venerandolo; con i loro incantesimi, formule magiche, sortilegi, ed altri nefandi atti superstiziosi avevano in molte maniere danneggiato le bestie e i frutti della terra. Avevano infine commesso e perpetrato innumerevoli nefandezze, eccessi e delitti, per istigazione dello stesso diavolo, a pericolo della loro anima, ad offesa della divina maestà, ad esempio rovinoso e scandalo di molti.
Giovanni XII Super illius specula (estratto) Giovanni vescovo , ….omissis…… con dolore percepiamo, e lo pensiamo pure con nostro intimo turbamento, quanti siano cristiani solo di nome.
Essi sono ricoperti da così grande caligine di errore che stringono un’ alleanza con la morte e stipulano un patto con l’ inferno: fanno infatti sacrifici ai diavoli, li adorano, costruiscono e fanno costruire immagini, anelli, specchi o ampolle o qualunque altra cosa per legare ivi stesso magicamente i diavoli, ad essi chiedono responsi, li ricevono e per soddisfare i loro malvagi desideri chiedono il loro aiuto e per questo scopo assai turpe prestano una turpe servitù.
…..omissis……
2. E poiché sta bene che costoro che …..omissis…..siano colpiti con le debite pene per le loro colpe, noi scomunichiamo immediatamente tutti e singoli che abbiano osato fare alcunché delle predette cose di contro ai nostri molto salutari moniti ed ordini e decidiamo che essi incorrano in tale scomunica ipso facto.
Stabiliamo con fermezza che …..omissis…. contro quei tali che non si siano corretti entro otto giorni da contarsi a partire dall’ammonizione predetta , si procederà attraverso i competenti giudici ad infliggere quelle pene, tutte e singole, oltre la confisca dei beni, che per legge meritano gli eretici. 1326
Bastava un’accusa per fare sì che l’inquisitore citasse le persone compromesse davanti a lui o farle trarre in arresto sia dalle autorità civili che dai propri dipendenti. Erano sufficienti due testimoni per stabilire la colpevolezza dell’imputato (i “maestri” dell’Inquisizione lo chiamavano reo perché per loro egli era già colpevole dal momento che veniva accusato e doveva solo ammettere le sue colpe). …..omissis…..
Nel caso l’imputato non volesse confessare di essere un eretico, il tribunale faceva ricorso contro di lui ad ogni mezzo per estorcergli la confessione; l’imputato veniva posto in celle strettissime senza luce, con i ceppi ai piedi e le catene ai polsi, gli veniva fatto mancare il cibo, non veniva fatto dormire, oppure veniva fatto dormire sulla terra. Oltre a ciò egli subiva ogni sorta di torture fisiche. E la chiesa cattolica può vantare certamente l’invenzione delle più atroci , violente e raffinate torture che essere umano possa immaginare. Fortunato colui che andava direttamente al rogo.
La nostra è una religione terribile: tutte le flotte del mondo potrebbero navigare comodamente nel sangue innocente che essa ha versato. Mark Twain
Ma c’era qualcosa di peggio dei roghi, i forni, l’orrore apocalittico dell’inquisizione: los «quemaderos» di Siviglia. Erano così tanti gli eretici condannati al rogo, che furono costretti a inventarsi qualcosa di speciale che consumasse meno legna dei tradizionali autodafé: costruirono uno accanto all’altro quattro enormi forni circolari sopra una piattaforma di pietra ognuno dei quali poteva contenere fino a quaranta «dannati». Accendevano un po’ di legna sotto la piattaforma, buttavano dentro le povere creature e le cuocevano a fuoco lento: occorrevano dalle 20 alle 30 ore per crepare. Funzionarono ininterrottamente per oltre tre secoli. 300 anni. Vennero chiusi da Napoleone Bonaparte nel 1808. Adriano Petta 11 settembre 2004
Vale la pena riportare una frase «Bisogna ricordare che lo scopo principale del processo e della condanna a morte non è salvare l’anima del reo, ma… terrorizzare il popolo dal Manuale degli inquisitori di Nicolau Eymerich (Spagna 1376)
IL CLITORIDE Nel 1552 un professore di anatomia veneziano di nome Matteo Realdo Colombo incappò in una misteriosa protuberanza tra le gambe di una paziente, protuberanza che, se veniva toccata delicatamente, aumentava di dimensioni e produceva nella donna strani spasimi nervosi, o meglio le recava grande piacere. Dopo aver esaminato decine di altre donne, Colombo riferì con orgoglio al preside della Facoltà di Medicina la scoperta del clitoride. Ma il piacere sessuale per la donna era inammissibile per la chiesa. Infatti il professore per ricompensa di lì a pochi giorni fu messo sotto processo con l’accusa di eresia, blasfemia, stregoneria e satanismo, i suoi manoscritti furono confiscati e finì in prigione ai piombi di Venezia. La Santa Inquisizione, qualche decennio più tardi, soprannominò il clitoride “il capezzolo del diavolo” e se una donna o una ragazza fosse stata scoperta ad averne uno insolitamente grande, questo era sufficiente per farla condannare al rogo come strega.
Cardinale Roberto Bellarmino Ebbe diversi colloqui con Giordano Bruno e il suo rapporto fu determinante per la condanna a morte per eresia, condanna eseguita nel febbraio 1600. Nel 1633 presiedette il tribunale che condannò GALILEO GALILEI all’ergastolo e che costrinse Galilei all’abiura. In varie occasioni, nel corso della sua vita da inquisitore, ebbe modo di perseguitare e condannare Tommaso Campanella. Nel 1930 Roberto Bellarmino è stato proclamato santo.
Gli uomini non fanno mai il male così completamente ed entusiasticamente come quando lo fanno per convinzione religiosa. Blaise Pascal